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sabato 1 gennaio 2011

L'ipotesi della generazione spontanea

Tanto tempo fa, già ai tempi del filosofo greco Democrito (460 – 360 a.C.), gli uomini si erano posti la domanda “Da dove ha origine la vita?”.

A quel tempo però non c'erano strumenti per verificare ciò che si pensava, e i primi "scienziati" potevano solo osservare i fenomeni naturali e cercare di dare spiegazioni.

Per quanto riguarda gli esseri umani o gli esseri viventi di una certa grandezza, era facile vedere che essi nascevano dal corpo o dalle uova emesse dalla madre e nelle piante la vita si trasmetteva con i semi.

Ma quando si trattava di organismi molto piccoli come insetti o vermi, i pensatori dell'epoca non riuscivano a darsi delle spiegazioni.

Il filosofo greco Aristotele (384 – 322 a.C.) tentò di spiegare questo mistero.
Secondo Aristotele gli esseri viventi come le cimici, i pidocchi, le pulci, i tafani e i vermi, o le ostriche, e le cozze, le stelle marine, le meduse, le spugne o i vegetali come il muschio nascevano dal nulla, per l’influenza del sole o dell'aria calda, a partire da terra in putrefazione, limo, fango, sabbia, escrementi secchi, letame, foglie marce, legna secca o verde, lana di animali.

Ad esempio Aristotele, osservando uno stagno in inverno, non vedeva le rane, che però comparivano in primavera e questo gli fece pensare che i piccoli girini, da cui poi si sviluppavano le rane, nascessero dal fango.

Questa teoria fu chiamata "teoria della generazione spontanea".

La teoria di Aristotele fu considerata vera per ben 2000 anni, perché dava una semplice risposta ad una domanda difficile.

Ancora nella prima metà del 1600 alcuni studiosi sosteneva le idee di Aristotele.

Tra questi studiosi ricordiamo il belga Jan Baptist van Helmont (1579-1644), anche lui era convinto che i pidocchi, le pulci, le cimici, i vermi, nascevano spontaneamente a partire dal corpo umano o dai suoi escrementi.

Inoltre egli era convinto che fosse possibile dimostrare sperimentalmente che la teoria della generazione spontanea era vera.

Secondo van Helmont se si comprimeva una camicia sporca di sudore nella bocca di un vaso che conteneva chicchi di grano, nel giro di una ventina di giorni o giù di lì, il sudore della camicia a contatto con i chicchi di grano li trasformava in topi maschi e femmine adulti e questo per lui era l’esperimento che dimostrava la teoria della generazione spontanea.

All'epoca di van Helmont, l'idea della generazione spontanea era così diffusa ed accettata che si sosteneva ad esempio che, se da un albero cresciuto sulla riva di un fiume, delle foglie cadevano a terra queste davano origine ad uccelli, mentre da quelle che cadevano nell'acqua si originavano dei pesci.

Ma nella seconda metà del XVII secolo si cominciò a osservare e a fare esperimenti e le teorie accettate fino ad allora venivano messe in discussione e tra queste fu messa in discussione la teoria di Aristotele della generazione spontanea.
Francesco Redi nel 1668 dimostrerà sperimentalmente che la teoria della generazione spontanea era una teoria sbagliata.