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domenica 2 ottobre 2011

Regno Animali

Il regno animale è uno dei principali regni della classificazione biologica.

Gli animali sono organismi:

1) eucarioti: con cellule caratterizzate dalla presenza di un nucleo e di organelli cellulari

2) pluricellulari: composto da più di una cellula. Le cellule che compongono un organismo pluricellulare sono specializzate per svolgere diverse funzioni e lavorano insieme per il corretto funzionamento dell'organismo nel suo insieme

3) eterotrofi: si nutrono di altri organismi o di sostanze prodotte da altri organismi. 

Inoltre, gli animali sono capaci di movimento attivo durante almeno una fase del loro ciclo di vita. Possono spostarsi da un luogo all'altro per trovare cibo, riprodursi o evitare i predatori.

Il regno animale è incredibilmente diversificato e comprende una vasta gamma di organismi, dai piccoli vermi agli insetti, dai pesci e rettili agli uccelli e ai mammiferi. Gli animali si sono adattati a vari habitat, sia sulla terraferma che in ambienti acquatici.

La classificazione degli animali avviene a diversi livelli, tra cui il regno, il phylum (o divisione), la classe, l'ordine, la famiglia, il genere e la specie. Questa classificazione si basa sulle caratteristiche morfologiche, fisiologiche e genetiche degli organismi.



Gli animali svolgono un ruolo fondamentale negli ecosistemi terrestri e acquatici. Possono essere predatori, prede, decompositori o giocare altri ruoli chiave nell'equilibrio degli ecosistemi. Gli animali forniscono anche risorse essenziali per l'uomo, come cibo, vestiti e materiali per la costruzione.

Lo studio degli animali, chiamato zoologia, ci aiuta a comprendere la diversità, l'evoluzione e il comportamento degli organismi animali. 

Gli animali possono essere suddivisi in due grandi gruppi principali: invertebrati e vertebrati. Questa suddivisione si basa principalmente sulla presenza o l'assenza di una colonna vertebrale o di una colonna spinale.

Gli invertebrati sono animali che non possiedono una colonna vertebrale o colonna spinale. Questo gruppo comprende la maggior parte degli animali esistenti sulla Terra, con una straordinaria diversità di forme e dimensioni. Gli invertebrati includono creature come insetti, molluschi, vermi, echinodermi (come le stelle marine e i ricci di mare), artropodi (quali crostacei e aracnidi) e molti altri.

I vertebrati, d'altra parte, sono animali che possiedono una colonna vertebrale o colonna spinale costituita da vertebre. La colonna vertebrale fornisce supporto strutturale e protezione al midollo spinale, che è una parte vitale del sistema nervoso. Questo gruppo comprende animali come pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi, inclusi gli esseri umani.

Gli invertebrati possono essere suddivisi in diversi gruppi in base alle loro caratteristiche comuni. Ecco una suddivisione generale degli invertebrati:

1. Poriferi: Questo gruppo include le spugne, organismi acquatici primitivi che possiedono una struttura corporea porosa.

2. Cnidari: Questo gruppo comprende meduse, anemoni di mare e coralli. I cnidari hanno tessuti definiti e tentacoli con cellule urticanti chiamate cnidociti.

3. Vermi: Questo gruppo include vari tipi di vermi come i vermi piatti, i vermi cilindrici (nematodi) e i vermi segmentati (anelidi) come le sanguisughe e le lumache.

4. Molluschi: Questo gruppo è molto diversificato e comprende creature come lumache, cozze, vongole, polpi e molluschi gasteropodi come le chiocciole.

5. Artropodi: Questo è il gruppo più numeroso di invertebrati e include insetti, crostacei e aracnidi come ragni e scorpioni. Gli artropodi hanno un esoscheletro esterno e arti articolati.

6. Echinodermi: Questo gruppo include stelle marine, ricci di mare, cetrioli di mare e crini. Gli echinodermi hanno un sistema di scheletro interno e spicole calcaree nella loro pelle.


I vertebrati sono suddivisi in cinque principali gruppi, noti come classi. Ecco una suddivisione generale dei vertebrati:

1. Pesci: Questa classe include una vasta varietà di creature acquatiche. Ci sono pesci ossei, come le trote e i pesci tropicali colorati, e pesci cartilaginei, come gli squali e le razze. I pesci sono caratterizzati dalla presenza di branchie per respirare sott'acqua e da squame che coprono il loro corpo.

2. Anfibi: Questa classe comprende animali come le rane, le salamandre e le tritoni. Gli anfibi sono adattati sia per la vita in acqua che sulla terra. Hanno una fase larvale acquatica (ad esempio, le larve di rana, chiamate girini) e poi si trasformano in adulti che possono vivere sulla terra.

3. Rettili: Questa classe include rettili come le tartarughe, i serpenti, i coccodrilli e i sauri. I rettili sono caratterizzati dalla pelle squamosa, dalla capacità di deporre uova amniotiche e dalla capacità di vivere sulla terraferma.

4. Uccelli: Questa classe comprende uccelli di ogni tipo, dalle piccole cinciallegre ai grandi uccelli predatori come le aquile. Gli uccelli sono caratterizzati dalla presenza di piume, ali e becchi. Sono in grado di volare e hanno un sistema scheletrico leggero ma robusto.

5. Mammiferi: Questa classe comprende animali come gli esseri umani, i cani, i gatti, i leoni, i cetacei (come le balene e i delfini) e i roditori (come i topi e i conigli). I mammiferi sono caratterizzati dalla presenza di peli o capelli, dalla capacità di allattare i loro piccoli con il latte prodotto dalle ghiandole mammarie e da una temperatura corporea costante.



giovedì 16 giugno 2011

I Poriferi







I poriferi, comunemente noti come spugne, sono organismi marini primitivi appartenenti al regno degli animali. Vivono attaccati sulle rocce dei fondali marini e sono organismi sessili. Nonostante la loro semplicità strutturale, le spugne svolgono un ruolo ecologico importante negli ecosistemi acquatici, fornendo rifugio e nutrimento per molti altri organismi.

Le spugne sono multicellulari ma mancano di organi e tessuti differenziati come quelli presenti negli animali più evoluti. La loro struttura corporea è costituita da una rete di pori, canali e camere che consentono il flusso dell'acqua attraverso di esse. Questo flusso d'acqua svolge una serie di funzioni vitali per le spugne, come la respirazione, l'alimentazione e l'escrezione.

Il corpo delle spugne è formato da tre strati: il primo strato esterno funge da rivestimento ed è costituito da cellule appiattite chiamate pinacociti. Il secondo strato intermedio contiene strutture di sostegno chiamate spicole. Il terzo strato interno delimita una cavità ed è formato da cellule chiamate coanociti. La cavità interna comunica con l'esterno attraverso un'apertura superiore chiamata osculo e attraverso numerosi pori sparsi in tutto il corpo. L'acqua, il cui flusso è regolato dai coanociti, entra dai pori e trasporta ossigeno e sostanze nutritive che vengono inglobate dai coanociti stessi. Questi ultimi provvedono anche alla fuoriuscita delle sostanze di rifiuto attraverso l'osculo.





Le spugne sono in grado di filtrare l'acqua per catturare il cibo di piccole dimensioni, come batteri e particelle organiche. I pori presenti sulla superficie delle spugne agiscono come ingresso per l'acqua, mentre i canali interni permettono il suo passaggio attraverso il corpo della spugna. Durante questo processo di filtraggio, le spugne assorbono le sostanze nutritive dall'acqua circostante e rilasciano gli scarti attraverso altri pori chiamati osculi.

Dal punto di vista riproduttivo, le spugne possono essere ermafrodite (avendo entrambi gli organi riproduttivi maschili e femminili nella stessa spugna) o unisessuali. La maggior parte delle spugne si riproduce sessualmente, producendo uova e spermatozoi che vengono liberati nell'acqua, dove avviene la fecondazione esterna. Le spugne possono anche riprodursi in modo asessuato, rigenerando parti mancanti del loro corpo o attraverso la formazione di gemme che si sviluppano in individui separati.

Le spugne hanno una presenza diffusa negli oceani di tutto il mondo e si adattano a una vasta gamma di habitat marini. Possono essere trovate in acque poco profonde, come le barriere coralline, fino alle profondità oceaniche. 

domenica 1 maggio 2011

Macchia mediterranea: il Conero.





LA FLORA. La temperatura dei nostri mari varia poco nel corso dell’anno, perché l’acqua si riscalda e si raffredda molto più lentamente dell’aria. Le zone costiere godono perciò anche d’inverno di un clima mite, il che favorisce lo sviluppo delle specie vegetali che formano la macchia mediterranea. Le piante più diffuse sono sempreverdi e sclerofite, cioè con foglie piccole e coriacee, che trattengono bene l’acqua senza farla evaporare. Ne sono esempi cespugli e arbusti come il corbezzolo, il rosmarino e il cisto o alberi come il pino marittimo, l’olivo e il leccio. Le piante della macchia mediterranea emanano aromi molto intensi, per richiamare gli insetti impollinatori o per tenere alla larga i parassiti. Nel Parco del Conero: i versanti nord-orientali sono costituiti da boschi di leccio, alloro, carpino nero, roverella, fillirea, terebinto, acero d'Ungheria e dal più raro agrifoglio. A sud, nelle boscaglie, nelle macchie e nei versanti più soleggiati, il leccio è accompagnato da orniello, corbezzolo, fillirea, lentisco, alaterno, caprifoglio mediterraneo, con la presenza delle liane mediterranee come la smilace, la robbia e la clematide. Nel 1930 il Monte Conero ha subìto un'opera di rimboschimento dovuta a un eccessivo taglio del bosco ad opera dell'uomo che utilizzava il legno per le sue costruzioni, venne però usato il pino marittimo che è una specie alloctona. Questa pianta ha bisogno di un suolo acido per vivere; invece il terreno del Monte Conero è basico per la presenza del calcare. Il pino non può così radicare in profondità e spesso ne derivano delle frane. Oggi si tende a rimpiazzare il pino con specie autoctone. Infatti i versanti occidentali del Conero sono ricoperti da boschi impiantati dall'uomo, composti da conifere come pini, cipressi e cedri, oggi in fase di successione con la vegetazione forestale spontanea di leccio, orniello, roverella e carpino nero. Le falesie costiere ospitano alcune delle specie vegetali più preziose del parco come il ginepro rosso, l'euforbia erborescente e l'euforbia veneta.

LECCIO (Quercus ilex)
Il Leccio è una quercia sempreverde tipicamente mediterranea. Alta fino a 20 - 25 metri, la chioma e' circolare e non molto folta; il tronco di un marrone scuro. Le foglie sono coriacee, verdi-scure e lucide nella parte superiore, grigiastre in quella inferiore. I frutti sono le ghiande, singole o a due, coperte per metà della loro lunghezza da una cupola; i fiori sono unissesuali, la pianta è monoica, i fiori maschili sono riuniti in amenti penduli e pubescenti, i fiori femminili sono in spighe peduncolate composte da 6-7 fiori. Fiorisce da Aprile a Giugno.

ROVERELLA (Quercus pubescens )
E' talmente diffusa in Italia, che in alcune zone è chiamata semplicemente : Quercia. La Roverella è un albero che può anche superare i 2 m di diametro e può arrivare fino a 20 - 25 metri di altezza. Possiede corteccia grigio - bruna è fessurata. Le foglie sono di un bel colore verde. I fiori sono monoici. La Roverella è facilmente riconoscibile d'inverno in quanto mantiene le foglie secche attaccate ai rami a differenza delle altre specie di quercie.



Confronto tra la foglia di Roverella (Quercus pubescens ) a sinistra e di Leccio (Quercus ilex) a destra


PINO MARITTIMO (Pinus pinaster)
La forma della chioma è piramidale, il fusto è dritto con rami a palchi, alto fino a 30 m, foglia aghiforme, verde grigio, robustissime, gli aghi sono riuniti in fascetti di 2 da una guaina, lunghi fino a 20 cm e pungenti, la pigna è lunga 10-20 cm e larga 5-8 a forma di cono appuntito, di colore bruno lucida a maturità; le pigne sono riunite a gruppi di 2-4 sul ramo e  possono "nascere" anche dal fusto. Il pino marittimo sopporta meglio del pino domestico la presenza laterale delle altre piante.


COSA SIGNIFICA: ALLOCTONA e AUTOCTONA.
Ogni pianta ha una diffusione geografica che coincide con una zona, chiamata AREALE, nella quale
si è originata ed evoluta. Una pianta AUTOCTONA (dal greco auto=medesimo e chthon=terra ovvero originario del medesimo paese ove vive) è, quindi, indissolubilmente legata al suo territorio. Il suo contrario è una pianta ALLOCTONA (dal greco allo=diverso e chthon=terra ovvero non originario) che, pur riproducendosi spontaneamente in una zona ed affermandosi come pianta resistente ed adatta all'ambiente, non si è originata in quella zona. Tra le piante autoctone e quelle alloctone si collocano le piante NATURALIZZATE ovvero piante che si sono ben adattate, da secoli, nell'ambiente in cui sono state inserite e che rappresentano elementi che caratterizzano alcuni paesaggi. Basti pensare al cipresso in Toscana, al Pino domestico originario dell'Anatolia che vive lungo i litorali adriatici e tirrenici.



LA FAUNA. Gli animali della macchia devono sopportare bene il caldo dell’estate. Gli insetti come formiche, grilli e scarabei sono protetti dal tegumento, uno spesso rivestimento isolante. Tra i mammiferi del Parco troviamo il ghiro, il moscardino, la volpe, la faina, il tasso, la donnola, il riccio e la lepre. Incontrarli non è facilissimo a causa delle loro abitudini notturne per la ricerca del cibo.



Tra gli anfibi è da segnalare la presenza del raro ululone dal ventre giallo, del rospo smeraldino e della rana verde.  Tra i cespugli si muovono  rettili,  più frequenti sono il geco verrucoso, il ramarro verde, l'orbettino, la tarantola muraiola, il biacco. Nell’aria si librano uccelli pescatori, soprattutto gabbiani, e piccoli rapaci come il falco pellegrino; nell'ultimo decennio sono state censite oltre 200 specie tra stanziali, svernanti e migratrici.  


Il promontorio del Conero è un importante punto di riferimento per le rotte di uccelli migratori (falchi pescatori, aquile, cicogne, ecc.), che due volte all'anno sorvolano il nostro paese percorrendo la rotta adriatica verso la costa croata.





Approfondimento: I RAPACI


Un rapace è un tipo di uccello che caccia utilizzando il becco e gli artigli.
La caratteristica dei rapaci è il consumo di prede vive, generalmente mammiferi di piccole e medie dimensioni e altri uccelli. Il tipo di preda dipende ovviamente dalle dimensioni e dalle caratteristiche del rapace.
I rapaci si dividono in due gruppi:
·                rapaci diurni;
·                rapaci notturni.
Caratteristiche di questi uccelli sono:
·                un apparato visivo molto sviluppato
·                grande abilità nel volo
·                grande velocità e buone capacità acustiche (soprattutto nei rapaci notturni)




Il GEPPIO è caratterizzato da un volo particolare perché a differenza di altri rapaci, sbatte le ali frequentemente, ma la caratteristica più evidente è il cosiddetto volo a "Spirito Santo", durante il quale si mantiene totalmente fermo in aria, con piccoli battiti delle ali e tenendo la coda aperto a ventaglio, sfruttando il vento per mantenersi stabile e osservare il suolo in cerca di prede


Il FALCO PELLEGRINO si nutre quasi esclusivamente di altri uccelli cacciati in volo uccidendo la preda grazie soprattutto all'impatto. Il pellegrino, a differenza del gheppio, non fa mai lo "spirito santo", nella picchiata, il falco pellegrino è imbattibile invece  non è in grado di volare in orizzontale a velocità importanti. Il Falco pellegrino non caccia mai a terra e mai animali terrestri e la sua preda preferita è il colombaccio
  



La POIANA ha una sagoma che ricorda quella di una piccola aquila in miniatura con forme più raccolte, con ali larghe e rotondeggianti sfrangiate alle estremità, che volteggia spesso disegnando nel cielo cerchi concentrici Si nutre soprattutto piccoli mammiferi e, talvolta, carogne di animali. La poiana è un abile veleggiatore e con ali piegate verso l’alto e la coda aperta a ventaglio sfrutta al meglio le correnti ascensionali passando dall’una all’altra con un potente volo battuto






Approfondimento: LA FLORA


Coronilla (Coronilla valentina)

Nella coronilla sono presenti sostanze chimiche (glicosidi) tossiche tra cui la coronillina, concentrati particolarmente nei fiori. Le foglie sempreverdi o decidue , sono imparipennate, i fiori :raccolti a 4-12 ombrelle sono sorrette da lunghi peduncoli, corolla papilionata di colore giallo.



Salsaparoglia (Smilax aspera)
Caratteristica di questa pianta è per la presenza di abbondanti spine, da qui il nome popolare di Stracciabrache, i frutti sono piccole bacche globose riunite in grappoli, di colore rosso, che giungono a maturazione in autunno, non sono commestibili ma innocue e costituiscono una fonte di nutrimento per numerose specie di uccelli.Questa pianta, inoltre, è il cibo prediletto dei Puffi


Corbezzolo (Arbustus unedo)
Arbusto o alberello sempreverde e legnoso tipico della macchia mediterranea. E’ una specie a rapido accrescimento raggiungendo dimensioni considerevoli, anche 5 metri. Il frutto e' una bacca globosa di 1-2 cm, rosso scura a maturita', edule, con superficie ricoperta di granulazioni; polpa carnosa con molti semi. Un aspetto singolare del corbezzolo, che lo rende molto caratteristico, è il fatto che in autunno presenta contemporaneamente: i fiori, i frutti maturi dell’anno precedente (gialli, arancioni e rossi) e quelli verdi dell’anno. Le fogli sono persistenti, coriacee, oblunghe-lanceolate e acute all’apice; lamina liscia e lucida, margine dentato, brevemente picciolate; di colore verde intenso nella pagina superiore, più chiaro e ruvida in quella inferiore



Orniello o Frassino (Fraxinus ornus)
E’ un alberello a foglia caduca alto fino a 10 metri, con tronco dritto, rami opposti, chioma fitta e rigogliosa, rotondeggiante di colore verde-smorto, legno resistente ed elastico. La corteccia è grigio-giallognola, liscia L’orniello è definito anche “albero della manna”, poiché produce la “manna”, una gomma giallastra che essuda dalle foglie e dalle ferite della corteccia. La manna trova impiego nell’industria dolciaria e anche trasformata in sciroppo lievemente lassativo. Le foglie  sono caduche, opposte, imparipennate, lanceolate, margini seghettati, lunghe 15-25 cm, a gruppi di 5-9, sottili, di colore verde chiaro, picciolo corto, pelose nella pagina inferiore lungo la nervatura principale.




Ginestra (Spartium junceum)
La Ginestra è un arbusto diffuso allo stato naturale su scarpate e terreni difficili, secchi, sabbiosi o rocciosi, con esposizione al sole, costituendo macchie importanti per l'assetto dei suoli in pendenza e di notevole bellezza durante la fioritura.
Le foglie sono caduche, lanceolate, poco numerose , cadono al termine dello sviluppo che coincide con la fioritura. I giovani rametti hanno sezione circolare e superficie liscia. I fiori  sono ermafroditi, con corolla papilionacea di colore giallo intenso, debolmente profumati. La fioritura comincia a maggio e prosegue per tutta l' estate




Cedro del libano (Cedrus libani)
Questo cedro è una specie originaria delle zone montane dell'Asia Minore, propriamente dei Libano e del Tauro. E stato diffuso in Europa a partire dal XVII secolo. Le foglie sono sempreverdi, aghiformi lunghe sino a 3,5 cm, riunite a gruppi di 20-35, i fiori  sono unisessuali, quelli maschili verde chiaro, eretti, cilindrici, quelli femminili più grandi, i frutti sono pigne di colore  bruno, la pianta  è alta sino a 40 m