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venerdì 29 novembre 2013

Etologia: DIAN FOSSEY







DIAN FOSSEY  

(San Francisco, 16 gennaio 1932 – Ruanda, 27 dicembre 1985)


Questa è la storia di Dian, una bambina americana che voleva fare la veterinaria e che divenne la più grande esperta al mondo di gorilla.

Da piccola Dian era spesso sola e soffriva per la lontananza dal suo papà, dovuta al divorzio dei genitori. Per questo si era affezionata molto al suo pesciolino rosso, ma quando questo morì la mamma non le diede più il permesso di tenere altri animali. Da allora Dian, per consolarsi, cominciò a leggere tanti libri sugli animali e in particolare sui gorilla. Fu così che, divenuta ormai grande, Dian andò all’università e cominciò anche a lavorare. Impegnandosi al massimo e risparmiando quello che guadagnava, riuscì a pagarsi il suo primo viaggio in Africa per andare a studiare i gorilla nel loro ambiente naturale. A quel tempo, circa 50 anni fa, i paleontologi andavano in Africa per cercare fossili umani, come prove dell’evoluzione dell’uomo dalle scimmie e per poter dimostrare in questo modo la teoria di Darwin. Dian collaborava con questi studi osservando i gorilla per capire in che cosa sono diversi dall’uomo e in che cosa invece gli assomigliano. Nel far questo s’ispirava all’esempio dato da un’altra brava scienziata, Jane Goodall, che studiava gli scimpanzé.
Dian aveva il suo campo d’osservazione in Ruanda, fra i vulcani Karisimbi e Visoke. Studiare da vicino i gorilla di montagna era difficile, faticoso e pericoloso: difficile perché i gorilla scappavano via appena lei si avvicinava; faticoso perché bisognava abitare nella foresta, sola e lontano da ogni comodità; pericoloso perché Dian poteva essere uccisa dai gorilla o da altri animali o dai bracconieri. I bracconieri sono uomini che catturano gli animali selvaggi per gli zoo e i circhi, oppure li uccidono. Dian dovette innanzi tutto riuscire a farsi accettare dai gorilla, che la consideravano una nemica, dato che come i bracconieri anche lei apparteneva alla specie umana.
Dian si sedette immobile vicino al branco, senza nessun’arma né difesa. Il capobranco, per capire se Dian era pericolosa o no, si mise a correre verso di lei urlando, mostrando i lunghi denti affilati e battendo i pugni contro il petto per mostrare tutta la sua forza micidiale. Dian, con grande coraggio, rimase seduta a terra senza difendersi né gridare di paura. Allora avvenne quasi un miracolo: il gorilla, che avrebbe potuto farla a pezzi, non la sfiorò nemmeno. Il gigante aveva voluto capire se quella donna voleva uccidere i gorilla del suo branco e per farlo era andato lui da solo a combattere, pronto anche a farsi sparare pur di proteggere la sua famiglia; ma, appena aveva capito che Dian non voleva fare del male a nessuno, aveva fermato il suo attacco. Per molti mesi i gorilla permisero alla zoologa di stare vicino a loro ad osservarli, ma fingevano di non vederla e la consideravano ancora un’estranea. Poi un giorno uno di loro si avvicinò e le toccò delicatamente la mano: era il segno che finalmente la consideravano un membro del branco.
Così Dian scoprì che i gorilla parlano tra loro con un linguaggio vero e proprio, fatto di gesti e di suoni della voce. Questa scoperta è molto importante, perché si è capito che probabilmente anche gli uomini primitivi comunicavano in questo modo. Ma un giorno accadde una tragedia: Digit, il gorilla che Dian amava di più, fu ucciso dai bracconieri. La stessa fine toccò a quasi tutto il branco che la scienziata aveva studiato. I bracconieri massacravano questi animali, tanto simili all’uomo, per venderne la testa e le zampe per  pochi spiccioli; questi macabri trofei venivano usati come decorazione o posacenere. Per far capire l’assurdità di questa caccia e la commovente “umanità” dei gorilla, Dian scrisse un romanzo che s’intitola “Gorilla nella nebbia” e da cui è stato tratto un bellissimo film. Ma la reazione dei bracconieri fu spietata: una notte entrarono nella casa di Dian e l’assassinarono. La scienziata fu stessa aveva creato per i suoi amici animali. Qualche anno dopo in Ruanda scoppiò un’orrenda guerra e gli uomini si massacrarono tra loro, esattamente come prima avevano fatto a pezzi i gorilla. sepolta accanto a Digit, nel cimitero dei gorilla che lei creò. La gente, cercando di sfuggire a quelle stragi, invase il territorio dei gorilla distruggendo le foreste. Oggi i gorilla sono a rischio di estinzione, poiché il loro ambiente naturale sta scomparendo. La storia di Dian è molto triste, ma ci insegna che animali considerati rozzi e mostruosi (come King Kong) sono in realtà “giganti gentili”, capaci di provare sentimenti umani; al contrario, l’uomo può diventare bestiale quando dimentica di essere buono e razionale. Tutti noi dobbiamo chiederci che cosa significa essere una “specie superiore”: avere tecnologia, soldi e potere o comportarci con bontà e intelligenza? Dalla nostra risposta dipende il futuro della Terra.