È detta tavola periodica (o sistema periodico) degli elementi lo
schema di classificazione degli elementi chimici che li ordina, in successione
crescente di numero atomico, in una struttura formata da righe orizzontali
chiamate PERIODI (in numero di 7) e colonne verticali chiamate GRUPPI
(in numero di 18 suddivisi in gruppi A e B).
Considerando gli elementi uno di
seguito all’altro, in ordine di numero atomico crescente, si osserva che
ritornano periodicamente, dopo più o meno lunghi intervalli (rigorosamente
prevedibili) gli stessi motivi dominanti nelle configurazioni elettroniche.
La successione degli elementi
è come scandita periodicamente dalla realizzazione di strutture elettroniche di
particolare stabilità quelle proprie dei gas nobili (elementi dell’, che
corrispondono alla completa saturazione (completo riempimento) dei vari
sottolivelli.
La progressiva saturazione degli
orbitali che compongono ciascuno di questi raggruppamento di sottolivelli,
definisce l’uno dopo l’altro, i vari periodi della classificazione periodica
degli elementi.
Così l’idrogeno e l’elio
costituiscono il I
periodo, saturandosi con essi l’orbitale 1s, gli elementi dal litio al neon,
coi quali si satura il secondo raggruppamento di orbitali (2s, 2p) formano il II
periodo, gli elementi dal sodio all’argon, interessati alla saturazione del
terzo raggruppamento (3s, 3p) formano il III
periodo, poi dal potassio al kripton, saturandosi il quarto raggruppamento
(4s,3d,4p) si sviluppa il IV periodo, dal rubidio allo xeno, realizzandosi la saturazione del
quinto raggruppamento (5s,4d,5p), il V
periodo, dal cesio al radon, con la saturazione del sesto raggruppamento (6s,
4f, 5d, 6p), il VI
periodo, e i successivi elementi, dal francio in poi, coi quali si riempiono
via via gli orbitali del settimo raggruppamento (7s, 5f, 6d, 7p) costituiscono
l’VII periodo, che è l’ultimo.
I sette periodi sono di
lunghezza diversa, cioè sono formati da un numero diverso di elementi, per la
diversa composizione dei raggruppamenti di orbitali. Il I periodo contiene solo due
elementi (ed è perciò anche chiamato piccolissimo periodo), perché l’unico
orbitale che costituisce il primo raggruppamento può accogliere solo due
elettroni, il II
e il III
periodo (detti di solito piccoli periodi) contengono ciascuno otto elementi,
perché nel secondo e nel terzo raggruppamento di orbitali, possono essere
collocati otto elettroni in entrambi, il IV e
il V periodo (detti grandi o
lunghi periodi) sono formati da 18 elementi perché il quarto e il quinto
raggruppamento di orbitali, col contributo degli orbitali d possono accogliere
ciascuno 18 elettroni, il VI
periodo è ancora più lungo (è detto grandissimo periodo) comprendendo 32
elementi, per la più complessa composizione del raggruppamento di orbitali,
dove per la prima volta compare il sottolivello f, così che sale a 32 il numero
di elettroni necessari per saturarlo; il VII periodo, infine accoglie
anch’esso 32 elementi, essendo il settimo raggruppamento di orbitali del tutto
simile al sesto.
Nell’ordinare gli elementi
secondo il numero atomico crescente, in linee orizzontali corrispondenti ai
vari periodi e in gruppi verticali che raggruppano elementi che mostrano il
ripresentarsi di configurazioni del livello di valenza simili, si individuano
con chiarezza le varie famiglie di elementi che hanno comportamento analogo.
I vari periodi sono di lunghezza
diversa per le ragioni sopra esposte, è per questa ragione che i primi tre
periodi, nella rappresentazione adottata sono interrotti da spazi vuoti. Pur
riportando separatamente in fondo al sistema periodico, gli elementi della
serie 4f e 5f (lantanidi ed attinidi) che compaiono nel VI
e nel VII
periodo rispettivamente, per non dare al sistema una lunghezza eccessiva che
risulterebbe eccessivamente scomoda.
Per poter nei grandi periodi
(rispettivamente nel IV, nel V nel VI) elencare
l’uno di seguito all’altro gli elementi della serie di transizione 3d, 4d, 5d,
è necessario separare nel II
periodo il berilio dal boro e nel III
periodo il magnesio dall’alluminio con un intervallo vuoto uguale alla
lunghezza di queste serie di transizione. Nel I periodo, poi, l’intervallo vuoto è ovviamente più
esteso, appartenendo ad esso soltanto due elementi, è da osservare anzi, che se
la posizione dell’elio, come elemento che lo chiude, è inequivocabilmente
definita, l’idrogeno in realtà è un elemento che sta a sé e pur essendo
giustificata la sua indicazione all’inizio del periodo, può essere riportato
anche in posizione nettamente distinta e autonoma, per mettere in rilievo che
non fa parte dello stesso gruppo a cui appartengono Li, Na, K, Rb, Cs, Fr.
I gruppi verticali sono numerati
progressivamente con la designazione da I a VIII,
prescindendo dagli elementi di transizione che intervallano, nei grandi
periodi, il II
dal III
gruppo. Il gruppo dei gas nobili, che rappresentano i termini di chiusura di
ogni periodo, indicato come VIII
gruppo, a volte è indicato anche gruppo zero.
Il numero d’ordine dei vari
gruppi (I, II, ecc) indicano il numero degli
elettroni di valenza presenti nell’atomo, cioè degli elettroni appartenenti
agli orbitali che sono più lontani dal nucleo dell’atomo e che corrispondono al
più alto valore del numero quantico principale n; e sono correntemente chiamati
orbitali di valenza.
Il numero d’ordine dei vari
periodi indica il valore del numero quantico principale n degli orbitali del
livello di valenza.
Esaminando le proprietà fisiche
e chimiche di ciascun elemento in relazione al posto occupato nella
successione, si può constatare l’esistenza di una legge di periodicità che si
manifesta con la comparsa a determinati e prevedibili intervalli, di analogie
non solo nella configurazione elettronica di valenza, ma anche nelle proprietà
e , altresì, con la progressiva e regolare variazione di tali proprietà entro i
limiti degli stessi intervalli. Le proprietà periodiche degli elementi sono
funzione del loro numero atomico come fu dimostrato da Moseley nel secolo
scorso.