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domenica 1 maggio 2011

Macchia mediterranea: il Conero.





LA FLORA. La temperatura dei nostri mari varia poco nel corso dell’anno, perché l’acqua si riscalda e si raffredda molto più lentamente dell’aria. Le zone costiere godono perciò anche d’inverno di un clima mite, il che favorisce lo sviluppo delle specie vegetali che formano la macchia mediterranea. Le piante più diffuse sono sempreverdi e sclerofite, cioè con foglie piccole e coriacee, che trattengono bene l’acqua senza farla evaporare. Ne sono esempi cespugli e arbusti come il corbezzolo, il rosmarino e il cisto o alberi come il pino marittimo, l’olivo e il leccio. Le piante della macchia mediterranea emanano aromi molto intensi, per richiamare gli insetti impollinatori o per tenere alla larga i parassiti. Nel Parco del Conero: i versanti nord-orientali sono costituiti da boschi di leccio, alloro, carpino nero, roverella, fillirea, terebinto, acero d'Ungheria e dal più raro agrifoglio. A sud, nelle boscaglie, nelle macchie e nei versanti più soleggiati, il leccio è accompagnato da orniello, corbezzolo, fillirea, lentisco, alaterno, caprifoglio mediterraneo, con la presenza delle liane mediterranee come la smilace, la robbia e la clematide. Nel 1930 il Monte Conero ha subìto un'opera di rimboschimento dovuta a un eccessivo taglio del bosco ad opera dell'uomo che utilizzava il legno per le sue costruzioni, venne però usato il pino marittimo che è una specie alloctona. Questa pianta ha bisogno di un suolo acido per vivere; invece il terreno del Monte Conero è basico per la presenza del calcare. Il pino non può così radicare in profondità e spesso ne derivano delle frane. Oggi si tende a rimpiazzare il pino con specie autoctone. Infatti i versanti occidentali del Conero sono ricoperti da boschi impiantati dall'uomo, composti da conifere come pini, cipressi e cedri, oggi in fase di successione con la vegetazione forestale spontanea di leccio, orniello, roverella e carpino nero. Le falesie costiere ospitano alcune delle specie vegetali più preziose del parco come il ginepro rosso, l'euforbia erborescente e l'euforbia veneta.

LECCIO (Quercus ilex)
Il Leccio è una quercia sempreverde tipicamente mediterranea. Alta fino a 20 - 25 metri, la chioma e' circolare e non molto folta; il tronco di un marrone scuro. Le foglie sono coriacee, verdi-scure e lucide nella parte superiore, grigiastre in quella inferiore. I frutti sono le ghiande, singole o a due, coperte per metà della loro lunghezza da una cupola; i fiori sono unissesuali, la pianta è monoica, i fiori maschili sono riuniti in amenti penduli e pubescenti, i fiori femminili sono in spighe peduncolate composte da 6-7 fiori. Fiorisce da Aprile a Giugno.

ROVERELLA (Quercus pubescens )
E' talmente diffusa in Italia, che in alcune zone è chiamata semplicemente : Quercia. La Roverella è un albero che può anche superare i 2 m di diametro e può arrivare fino a 20 - 25 metri di altezza. Possiede corteccia grigio - bruna è fessurata. Le foglie sono di un bel colore verde. I fiori sono monoici. La Roverella è facilmente riconoscibile d'inverno in quanto mantiene le foglie secche attaccate ai rami a differenza delle altre specie di quercie.



Confronto tra la foglia di Roverella (Quercus pubescens ) a sinistra e di Leccio (Quercus ilex) a destra


PINO MARITTIMO (Pinus pinaster)
La forma della chioma è piramidale, il fusto è dritto con rami a palchi, alto fino a 30 m, foglia aghiforme, verde grigio, robustissime, gli aghi sono riuniti in fascetti di 2 da una guaina, lunghi fino a 20 cm e pungenti, la pigna è lunga 10-20 cm e larga 5-8 a forma di cono appuntito, di colore bruno lucida a maturità; le pigne sono riunite a gruppi di 2-4 sul ramo e  possono "nascere" anche dal fusto. Il pino marittimo sopporta meglio del pino domestico la presenza laterale delle altre piante.


COSA SIGNIFICA: ALLOCTONA e AUTOCTONA.
Ogni pianta ha una diffusione geografica che coincide con una zona, chiamata AREALE, nella quale
si è originata ed evoluta. Una pianta AUTOCTONA (dal greco auto=medesimo e chthon=terra ovvero originario del medesimo paese ove vive) è, quindi, indissolubilmente legata al suo territorio. Il suo contrario è una pianta ALLOCTONA (dal greco allo=diverso e chthon=terra ovvero non originario) che, pur riproducendosi spontaneamente in una zona ed affermandosi come pianta resistente ed adatta all'ambiente, non si è originata in quella zona. Tra le piante autoctone e quelle alloctone si collocano le piante NATURALIZZATE ovvero piante che si sono ben adattate, da secoli, nell'ambiente in cui sono state inserite e che rappresentano elementi che caratterizzano alcuni paesaggi. Basti pensare al cipresso in Toscana, al Pino domestico originario dell'Anatolia che vive lungo i litorali adriatici e tirrenici.



LA FAUNA. Gli animali della macchia devono sopportare bene il caldo dell’estate. Gli insetti come formiche, grilli e scarabei sono protetti dal tegumento, uno spesso rivestimento isolante. Tra i mammiferi del Parco troviamo il ghiro, il moscardino, la volpe, la faina, il tasso, la donnola, il riccio e la lepre. Incontrarli non è facilissimo a causa delle loro abitudini notturne per la ricerca del cibo.



Tra gli anfibi è da segnalare la presenza del raro ululone dal ventre giallo, del rospo smeraldino e della rana verde.  Tra i cespugli si muovono  rettili,  più frequenti sono il geco verrucoso, il ramarro verde, l'orbettino, la tarantola muraiola, il biacco. Nell’aria si librano uccelli pescatori, soprattutto gabbiani, e piccoli rapaci come il falco pellegrino; nell'ultimo decennio sono state censite oltre 200 specie tra stanziali, svernanti e migratrici.  


Il promontorio del Conero è un importante punto di riferimento per le rotte di uccelli migratori (falchi pescatori, aquile, cicogne, ecc.), che due volte all'anno sorvolano il nostro paese percorrendo la rotta adriatica verso la costa croata.





Approfondimento: I RAPACI


Un rapace è un tipo di uccello che caccia utilizzando il becco e gli artigli.
La caratteristica dei rapaci è il consumo di prede vive, generalmente mammiferi di piccole e medie dimensioni e altri uccelli. Il tipo di preda dipende ovviamente dalle dimensioni e dalle caratteristiche del rapace.
I rapaci si dividono in due gruppi:
·                rapaci diurni;
·                rapaci notturni.
Caratteristiche di questi uccelli sono:
·                un apparato visivo molto sviluppato
·                grande abilità nel volo
·                grande velocità e buone capacità acustiche (soprattutto nei rapaci notturni)




Il GEPPIO è caratterizzato da un volo particolare perché a differenza di altri rapaci, sbatte le ali frequentemente, ma la caratteristica più evidente è il cosiddetto volo a "Spirito Santo", durante il quale si mantiene totalmente fermo in aria, con piccoli battiti delle ali e tenendo la coda aperto a ventaglio, sfruttando il vento per mantenersi stabile e osservare il suolo in cerca di prede


Il FALCO PELLEGRINO si nutre quasi esclusivamente di altri uccelli cacciati in volo uccidendo la preda grazie soprattutto all'impatto. Il pellegrino, a differenza del gheppio, non fa mai lo "spirito santo", nella picchiata, il falco pellegrino è imbattibile invece  non è in grado di volare in orizzontale a velocità importanti. Il Falco pellegrino non caccia mai a terra e mai animali terrestri e la sua preda preferita è il colombaccio
  



La POIANA ha una sagoma che ricorda quella di una piccola aquila in miniatura con forme più raccolte, con ali larghe e rotondeggianti sfrangiate alle estremità, che volteggia spesso disegnando nel cielo cerchi concentrici Si nutre soprattutto piccoli mammiferi e, talvolta, carogne di animali. La poiana è un abile veleggiatore e con ali piegate verso l’alto e la coda aperta a ventaglio sfrutta al meglio le correnti ascensionali passando dall’una all’altra con un potente volo battuto






Approfondimento: LA FLORA


Coronilla (Coronilla valentina)

Nella coronilla sono presenti sostanze chimiche (glicosidi) tossiche tra cui la coronillina, concentrati particolarmente nei fiori. Le foglie sempreverdi o decidue , sono imparipennate, i fiori :raccolti a 4-12 ombrelle sono sorrette da lunghi peduncoli, corolla papilionata di colore giallo.



Salsaparoglia (Smilax aspera)
Caratteristica di questa pianta è per la presenza di abbondanti spine, da qui il nome popolare di Stracciabrache, i frutti sono piccole bacche globose riunite in grappoli, di colore rosso, che giungono a maturazione in autunno, non sono commestibili ma innocue e costituiscono una fonte di nutrimento per numerose specie di uccelli.Questa pianta, inoltre, è il cibo prediletto dei Puffi


Corbezzolo (Arbustus unedo)
Arbusto o alberello sempreverde e legnoso tipico della macchia mediterranea. E’ una specie a rapido accrescimento raggiungendo dimensioni considerevoli, anche 5 metri. Il frutto e' una bacca globosa di 1-2 cm, rosso scura a maturita', edule, con superficie ricoperta di granulazioni; polpa carnosa con molti semi. Un aspetto singolare del corbezzolo, che lo rende molto caratteristico, è il fatto che in autunno presenta contemporaneamente: i fiori, i frutti maturi dell’anno precedente (gialli, arancioni e rossi) e quelli verdi dell’anno. Le fogli sono persistenti, coriacee, oblunghe-lanceolate e acute all’apice; lamina liscia e lucida, margine dentato, brevemente picciolate; di colore verde intenso nella pagina superiore, più chiaro e ruvida in quella inferiore



Orniello o Frassino (Fraxinus ornus)
E’ un alberello a foglia caduca alto fino a 10 metri, con tronco dritto, rami opposti, chioma fitta e rigogliosa, rotondeggiante di colore verde-smorto, legno resistente ed elastico. La corteccia è grigio-giallognola, liscia L’orniello è definito anche “albero della manna”, poiché produce la “manna”, una gomma giallastra che essuda dalle foglie e dalle ferite della corteccia. La manna trova impiego nell’industria dolciaria e anche trasformata in sciroppo lievemente lassativo. Le foglie  sono caduche, opposte, imparipennate, lanceolate, margini seghettati, lunghe 15-25 cm, a gruppi di 5-9, sottili, di colore verde chiaro, picciolo corto, pelose nella pagina inferiore lungo la nervatura principale.




Ginestra (Spartium junceum)
La Ginestra è un arbusto diffuso allo stato naturale su scarpate e terreni difficili, secchi, sabbiosi o rocciosi, con esposizione al sole, costituendo macchie importanti per l'assetto dei suoli in pendenza e di notevole bellezza durante la fioritura.
Le foglie sono caduche, lanceolate, poco numerose , cadono al termine dello sviluppo che coincide con la fioritura. I giovani rametti hanno sezione circolare e superficie liscia. I fiori  sono ermafroditi, con corolla papilionacea di colore giallo intenso, debolmente profumati. La fioritura comincia a maggio e prosegue per tutta l' estate




Cedro del libano (Cedrus libani)
Questo cedro è una specie originaria delle zone montane dell'Asia Minore, propriamente dei Libano e del Tauro. E stato diffuso in Europa a partire dal XVII secolo. Le foglie sono sempreverdi, aghiformi lunghe sino a 3,5 cm, riunite a gruppi di 20-35, i fiori  sono unisessuali, quelli maschili verde chiaro, eretti, cilindrici, quelli femminili più grandi, i frutti sono pigne di colore  bruno, la pianta  è alta sino a 40 m