LA FLORA. La temperatura dei nostri mari varia poco nel
corso dell’anno, perché l’acqua si riscalda e si raffredda molto più lentamente
dell’aria. Le zone costiere godono perciò anche d’inverno di un clima mite, il
che favorisce lo sviluppo delle specie vegetali che formano la macchia
mediterranea. Le piante più diffuse sono sempreverdi e sclerofite, cioè con
foglie piccole e coriacee, che trattengono bene l’acqua senza farla evaporare.
Ne sono esempi cespugli e arbusti come il corbezzolo, il rosmarino e il cisto o
alberi come il pino marittimo, l’olivo e il leccio. Le piante della macchia
mediterranea emanano aromi molto intensi, per richiamare gli insetti
impollinatori o per tenere alla larga i parassiti. Nel Parco del Conero: i
versanti nord-orientali sono costituiti da boschi di leccio, alloro, carpino nero, roverella,
fillirea, terebinto, acero d'Ungheria e dal più raro agrifoglio. A sud, nelle boscaglie, nelle macchie e nei
versanti più soleggiati, il leccio è accompagnato da orniello, corbezzolo,
fillirea, lentisco, alaterno, caprifoglio mediterraneo, con la presenza
delle liane mediterranee come la smilace, la robbia e la clematide. Nel 1930 il
Monte Conero ha subìto un'opera di rimboschimento dovuta a un eccessivo taglio
del bosco ad opera dell'uomo che utilizzava il legno per le sue costruzioni, venne
però usato il pino marittimo che è una specie alloctona. Questa pianta ha bisogno di un suolo acido per
vivere; invece il terreno del Monte Conero è basico per la presenza del
calcare. Il pino non può così radicare in profondità e spesso ne derivano delle
frane. Oggi si tende a rimpiazzare il pino con specie autoctone.
Infatti i versanti occidentali del Conero sono ricoperti da boschi impiantati
dall'uomo, composti da conifere come pini, cipressi e cedri, oggi in fase di
successione con la vegetazione forestale spontanea di leccio, orniello,
roverella e carpino nero. Le falesie costiere ospitano alcune delle specie
vegetali più preziose del parco come il ginepro rosso, l'euforbia erborescente
e l'euforbia veneta.
LECCIO (Quercus
ilex)
Il Leccio è una
quercia sempreverde tipicamente mediterranea. Alta fino a 20 - 25 metri, la
chioma e' circolare e non molto folta; il tronco di un marrone scuro. Le foglie
sono coriacee, verdi-scure e lucide nella parte superiore, grigiastre in quella
inferiore. I frutti sono le ghiande, singole o a due, coperte per metà della
loro lunghezza da una cupola; i fiori sono unissesuali, la pianta è monoica, i
fiori maschili sono riuniti in amenti penduli e pubescenti, i fiori femminili
sono in spighe peduncolate composte da 6-7 fiori. Fiorisce da Aprile a Giugno.
ROVERELLA (Quercus pubescens )
E' talmente
diffusa in Italia, che in alcune zone è chiamata semplicemente : Quercia. La
Roverella è un albero che può anche superare i 2 m di diametro e può arrivare
fino a 20 - 25 metri di altezza. Possiede corteccia grigio - bruna è fessurata.
Le foglie sono di un bel colore verde. I fiori sono monoici. La Roverella è
facilmente riconoscibile d'inverno in quanto mantiene le foglie secche
attaccate ai rami a differenza delle altre specie di quercie.
Confronto tra la foglia di
Roverella (Quercus
pubescens ) a sinistra e di Leccio (Quercus ilex) a destra
PINO MARITTIMO (Pinus pinaster)
La forma
della chioma è piramidale, il fusto è dritto con rami a palchi, alto fino a 30
m, foglia aghiforme, verde grigio, robustissime, gli aghi sono riuniti in
fascetti di 2 da una guaina, lunghi fino a 20 cm e pungenti, la pigna è lunga
10-20 cm e larga 5-8 a forma di cono appuntito, di colore bruno lucida a
maturità; le pigne sono riunite a gruppi di 2-4 sul ramo e possono "nascere" anche dal fusto.
Il pino marittimo sopporta meglio del pino domestico la presenza laterale delle
altre piante.
COSA SIGNIFICA: ALLOCTONA e AUTOCTONA.
Ogni pianta
ha una diffusione geografica che coincide con una zona, chiamata AREALE, nella quale
si è originata ed evoluta. Una
pianta AUTOCTONA (dal greco auto=medesimo e
chthon=terra ovvero originario del medesimo paese ove vive) è, quindi,
indissolubilmente legata al suo territorio. Il suo contrario è una pianta ALLOCTONA (dal greco allo=diverso e chthon=terra
ovvero non originario) che, pur riproducendosi spontaneamente in una zona ed
affermandosi come pianta resistente ed adatta all'ambiente, non si è originata
in quella zona. Tra le piante autoctone e quelle alloctone si collocano le
piante NATURALIZZATE ovvero piante che
si sono ben adattate, da secoli, nell'ambiente in cui sono state inserite e che
rappresentano elementi che caratterizzano alcuni paesaggi. Basti pensare al
cipresso in Toscana, al Pino domestico originario dell'Anatolia che vive lungo
i litorali adriatici e tirrenici.LA FAUNA. Gli animali della macchia devono sopportare bene il caldo dell’estate. Gli insetti come formiche, grilli e scarabei sono protetti dal tegumento, uno spesso rivestimento isolante. Tra i mammiferi del Parco troviamo il ghiro, il moscardino, la volpe, la faina, il tasso, la donnola, il riccio e la lepre. Incontrarli non è facilissimo a causa delle loro abitudini notturne per la ricerca del cibo.
Tra
gli anfibi è da segnalare la presenza del raro ululone dal ventre
giallo, del rospo smeraldino e della rana verde. Tra i cespugli si
muovono rettili, più frequenti sono il geco verrucoso, il
ramarro verde, l'orbettino, la tarantola muraiola, il biacco. Nell’aria si
librano uccelli pescatori, soprattutto gabbiani, e piccoli rapaci come
il falco pellegrino; nell'ultimo decennio sono state censite oltre 200 specie
tra stanziali, svernanti e migratrici.
Il promontorio del Conero è un importante punto di
riferimento per le rotte di uccelli migratori (falchi
pescatori, aquile, cicogne, ecc.), che due volte all'anno sorvolano il nostro
paese percorrendo la rotta adriatica verso la costa croata.
Nella coronilla sono presenti sostanze chimiche (glicosidi) tossiche tra cui la coronillina, concentrati particolarmente nei fiori. Le foglie sempreverdi o decidue , sono imparipennate, i fiori :raccolti a 4-12 ombrelle sono sorrette da lunghi peduncoli, corolla papilionata di colore giallo.
Approfondimento: I RAPACI
Un rapace è un tipo di uccello che
caccia utilizzando il becco e gli artigli.
La caratteristica dei rapaci è il consumo
di prede vive, generalmente mammiferi di piccole e medie dimensioni e altri
uccelli. Il tipo di preda dipende ovviamente dalle dimensioni e dalle
caratteristiche del rapace.
I rapaci si dividono in due gruppi:
·
rapaci diurni;
·
rapaci notturni.
Caratteristiche di questi uccelli sono:
·
un apparato visivo molto sviluppato
·
grande abilità nel volo
·
grande velocità e buone capacità
acustiche (soprattutto nei rapaci notturni)
Il
GEPPIO è caratterizzato da un volo
particolare perché a differenza di altri rapaci, sbatte le ali frequentemente,
ma la caratteristica più evidente è il cosiddetto volo a "Spirito
Santo", durante il quale si mantiene totalmente fermo in aria, con piccoli
battiti delle ali e tenendo la coda aperto a ventaglio, sfruttando il vento per
mantenersi stabile e osservare il suolo in cerca di prede
Il FALCO PELLEGRINO si
nutre quasi esclusivamente di altri uccelli cacciati in volo uccidendo la preda
grazie soprattutto all'impatto. Il pellegrino, a differenza del gheppio, non fa
mai lo "spirito santo", nella picchiata, il falco pellegrino è
imbattibile invece non è in grado di
volare in orizzontale a velocità importanti. Il Falco pellegrino non caccia mai
a terra e mai animali terrestri e la sua preda preferita è il colombaccio
La
POIANA ha una sagoma che ricorda
quella di una piccola aquila in miniatura con forme più raccolte, con ali
larghe e rotondeggianti sfrangiate alle estremità, che volteggia spesso
disegnando nel cielo cerchi concentrici Si nutre soprattutto piccoli mammiferi
e, talvolta, carogne di animali. La poiana è un abile veleggiatore e con ali piegate verso
l’alto e la coda aperta a ventaglio sfrutta al meglio le correnti ascensionali
passando dall’una all’altra con un potente volo battuto
Approfondimento: LA FLORA
Nella coronilla sono presenti sostanze chimiche (glicosidi) tossiche tra cui la coronillina, concentrati particolarmente nei fiori. Le foglie sempreverdi o decidue , sono imparipennate, i fiori :raccolti a 4-12 ombrelle sono sorrette da lunghi peduncoli, corolla papilionata di colore giallo.
Caratteristica di questa pianta è per la
presenza di abbondanti spine, da qui il nome popolare di Stracciabrache, i
frutti sono piccole bacche globose riunite in grappoli, di colore rosso, che
giungono a maturazione in autunno, non sono commestibili ma innocue e
costituiscono una fonte di nutrimento per numerose specie di uccelli.Questa
pianta, inoltre, è il cibo prediletto dei Puffi
Arbusto o alberello sempreverde e legnoso
tipico della macchia mediterranea. E’ una specie a rapido accrescimento
raggiungendo dimensioni considerevoli, anche 5 metri. Il frutto e' una bacca
globosa di 1-2 cm, rosso scura a maturita', edule, con superficie ricoperta di
granulazioni; polpa carnosa con molti semi. Un aspetto singolare del
corbezzolo, che lo rende molto caratteristico, è il fatto che in autunno
presenta contemporaneamente: i fiori, i frutti maturi dell’anno precedente
(gialli, arancioni e rossi) e quelli verdi dell’anno. Le fogli sono
persistenti, coriacee, oblunghe-lanceolate e acute all’apice; lamina liscia e
lucida, margine dentato, brevemente picciolate; di colore verde intenso nella
pagina superiore, più chiaro e ruvida in quella inferiore
E’ un alberello a foglia caduca alto fino a 10 metri, con tronco
dritto, rami opposti, chioma fitta e rigogliosa, rotondeggiante di colore
verde-smorto, legno resistente ed elastico. La corteccia è grigio-giallognola, liscia L’orniello è definito
anche “albero della manna”, poiché produce la “manna”, una gomma giallastra che
essuda dalle foglie e dalle ferite della corteccia. La manna trova impiego
nell’industria dolciaria e anche trasformata in sciroppo lievemente lassativo.
Le foglie sono caduche, opposte,
imparipennate, lanceolate, margini seghettati, lunghe 15-25 cm, a gruppi di
5-9, sottili, di colore verde chiaro, picciolo corto, pelose nella pagina
inferiore lungo la nervatura principale.
La Ginestra è un arbusto diffuso allo stato naturale su
scarpate e terreni difficili, secchi, sabbiosi o rocciosi, con esposizione al
sole, costituendo macchie importanti per l'assetto dei suoli in pendenza e di
notevole bellezza durante la fioritura.
Le foglie sono caduche, lanceolate, poco
numerose , cadono al termine dello sviluppo che coincide con la fioritura. I
giovani rametti hanno sezione circolare e superficie liscia. I fiori sono ermafroditi, con corolla papilionacea di
colore giallo intenso, debolmente profumati. La fioritura comincia a maggio e
prosegue per tutta l' estate
Questo
cedro è una specie originaria delle zone montane dell'Asia Minore, propriamente
dei Libano e del Tauro. E stato diffuso in Europa a partire dal XVII secolo. Le foglie sono sempreverdi, aghiformi lunghe sino a 3,5 cm,
riunite a gruppi di 20-35, i fiori sono unisessuali,
quelli maschili verde chiaro, eretti, cilindrici, quelli femminili più grandi,
i frutti sono pigne di colore bruno, la
pianta è alta sino a 40 m