tratto dal sito "Nel giardino" Dian Fossey: la zoologa e i gorilla
DIAN FOSSEY
(San Francisco, 16 gennaio 1932 – Ruanda, 27 dicembre 1985)
Questa è
la storia di Dian, una bambina americana che voleva fare la veterinaria e che
divenne la più grande esperta al mondo di gorilla.
Da piccola
Dian era spesso sola e soffriva per la lontananza dal suo papà, dovuta al
divorzio dei genitori. Per questo si era affezionata molto al suo pesciolino
rosso, ma quando questo morì la mamma non le diede più il permesso di tenere
altri animali. Da allora Dian, per consolarsi, cominciò a leggere tanti libri
sugli animali e in particolare sui gorilla. Fu così che, divenuta ormai
grande, Dian andò all’università e cominciò anche a lavorare. Impegnandosi
al massimo e risparmiando quello che guadagnava, riuscì a pagarsi il suo primo
viaggio in Africa per andare a studiare i gorilla nel loro ambiente naturale. A
quel tempo, circa 50 anni fa, i paleontologi andavano in Africa per cercare fossili umani, come prove
dell’evoluzione dell’uomo dalle scimmie e per poter dimostrare in questo modo
la teoria di Darwin. Dian collaborava con questi studi osservando i gorilla per
capire in che cosa sono diversi dall’uomo e in che cosa invece gli
assomigliano. Nel far questo s’ispirava all’esempio dato da un’altra brava
scienziata, Jane Goodall, che studiava gli scimpanzé.
Dian aveva il suo campo d’osservazione in
Ruanda, fra i vulcani Karisimbi e Visoke. Studiare da vicino i gorilla di
montagna era difficile, faticoso e pericoloso: difficile perché i gorilla scappavano
via appena lei si avvicinava; faticoso perché bisognava abitare nella foresta,
sola e lontano da ogni comodità; pericoloso perché Dian poteva essere uccisa
dai gorilla o da altri animali o dai bracconieri. I bracconieri sono uomini che
catturano gli animali selvaggi per gli zoo e i circhi, oppure li uccidono. Dian
dovette innanzi tutto riuscire a farsi accettare dai gorilla, che la
consideravano una nemica, dato che come i bracconieri anche lei apparteneva
alla specie umana.
Dian si sedette immobile vicino al
branco, senza nessun’arma né difesa. Il capobranco, per capire se Dian era
pericolosa o no, si mise a correre verso di lei urlando, mostrando i lunghi
denti affilati e battendo i pugni contro il petto per mostrare tutta la sua
forza micidiale. Dian, con grande coraggio, rimase seduta a terra senza
difendersi né gridare di paura. Allora avvenne quasi un miracolo: il gorilla,
che avrebbe potuto farla a pezzi, non la sfiorò nemmeno. Il gigante aveva
voluto capire se quella donna voleva uccidere i gorilla del suo branco e per
farlo era andato lui da solo a combattere, pronto anche a farsi sparare pur di
proteggere la sua famiglia; ma, appena aveva capito che Dian non voleva fare
del male a nessuno, aveva fermato il suo attacco. Per molti mesi i gorilla
permisero alla zoologa di stare vicino a loro ad osservarli, ma fingevano di
non vederla e la consideravano ancora un’estranea. Poi un giorno uno di loro si
avvicinò e le toccò delicatamente la mano: era il segno che finalmente la
consideravano un membro del branco.
Così Dian scoprì che i gorilla parlano
tra loro con un linguaggio vero e proprio, fatto di gesti e di suoni della
voce. Questa scoperta è molto importante, perché si è capito che
probabilmente anche gli uomini primitivi comunicavano in questo modo. Ma un
giorno accadde una tragedia: Digit, il gorilla che Dian amava di più, fu
ucciso dai bracconieri. La stessa fine toccò a quasi tutto il branco che la
scienziata aveva studiato. I bracconieri massacravano questi animali, tanto simili
all’uomo, per venderne la testa e le zampe per pochi
spiccioli; questi macabri trofei venivano usati come decorazione o posacenere.
Per far capire l’assurdità di questa caccia e la commovente “umanità” dei
gorilla, Dian scrisse un romanzo che s’intitola “Gorilla nella nebbia” e da cui
è stato tratto un bellissimo film. Ma la reazione dei bracconieri fu spietata:
una notte entrarono nella casa di Dian e l’assassinarono. La scienziata fu
stessa aveva creato per i suoi amici animali. Qualche anno dopo in Ruanda
scoppiò un’orrenda guerra e gli uomini si massacrarono tra loro, esattamente
come prima avevano fatto a pezzi i gorilla. sepolta accanto a Digit, nel cimitero dei gorilla che
lei creò. La gente, cercando di sfuggire a quelle stragi,
invase il territorio dei gorilla distruggendo le foreste. Oggi i
gorilla sono a rischio di estinzione, poiché il loro ambiente naturale
sta scomparendo. La storia di Dian è molto triste, ma ci insegna
che animali considerati rozzi e mostruosi (come King Kong) sono in realtà
“giganti gentili”, capaci di provare sentimenti umani; al contrario,
l’uomo può diventare bestiale quando dimentica di essere buono
e razionale. Tutti noi dobbiamo chiederci che cosa significa essere
una “specie superiore”: avere tecnologia, soldi e potere o comportarci con
bontà e intelligenza? Dalla nostra risposta dipende il futuro della
Terra.