La teoria di Lewis
In moltissimi casi il meccanismo che porta alla
formazione di un legame ionico tra due atomi non può essere preso in
considerazione; ad esempio quando due atomi d’idrogeno o due di cloro si legano
insieme formando rispettivamente le molecole biatomiche H2 o Cl2,
è evidente che il meccanismo di formazione del legame fra i due atomi non può
ricercarsi nel trasferimento di un elettrone dall’uno all’altro con la
conseguente attrazione fra gli ioni che si sono ottenuti: infatti data
l’identità fra i due atomi, non può uno avere la tendenza a liberarsi di un
elettrone e l’altro ad acquistarlo; ma non solo quando si tratti di atomi
uguali si deve cercare un altro meccanismo per interpretare la formazione del
legame fra di essi, sono innumerevoli i composti per i quali è assolutamente
impossibile interpretare il legame sulla base del modello del legame ionica,
basti pensare all’acqua H2O, all’ammoniaca NH3,
all’anidride carbonica CO2, al metano CH4
Il primo abbozzo d’una teoria del legame covalente
risale ai lavori del chimico americano Gilbert Newton Lewis (1916). Nel legame
covalente gli atomi che si legano condividono coppie di elettroni (dette coppie
elettroniche di legame) realizzate mettendo in comune tra di loro gli elettroni
singoli (elettroni spaiati) presenti negli orbitali del livello di valenza,
raggiungendo in tal modo la configurazione stabile ad ottetto tipica dei gas
nobili.
Molecola
biatomica di idrogeno H2
Consideriamo il caso più semplice, quello della
combinazione di due atomi di idrogeno che unendosi fra loro formano la molecola
biatomica H2. A ciascuno dei due atomi di idrogeno manca un
elettrone per essere isoelettronico con l’atomo di elio, la cui configurazione
elettronica è un esempio di alta stabilità. Quando i due atomi si avvicinano,
può essere realizzata per entrambi una struttura elettronica uguale a quella
dell’elio, mettendo ciascuno a disposizione anche dell’altro il proprio elettrone
di valenza: infatti i due elettroni messi in comune, e condivisi, dai due atomi
appartengono insieme all’uno e all’altro, ruotando entrambi attorno all’uno e
all’altro nucleo, e il risultato è che ciascuno dei due atomi, col contributo
dell’altro a cui si lega saldamente, completa la propria struttura elettronica
raggiungendo la configurazione più stabile dell’elio.
La coppia di elettroni condivisi dai due atomi
costituisce il legame covalente fra di essi. Usando la simbologia di Lewis la
formazione della molecola H2 da due atomi di idrogeno può essere
schematizzata così:
Nella rappresentazione d’un legame covalente è più
comodo e sbrigativo, usare al posto della coppia di puntini che rappresentano
il doppietto elettronico condiviso dai due atomi, un semplice trattino: H-H
Molecola
biatomica di cloro Cl2
Cnsideriamo la formazione della molecola Cl2
da due atomi di cloro. Poiché la configurazione degli atomi di cloro è 17Cl = [Ne]3s23p5 , a ciascun atomo di cloro manca un solo elettrone
per il completamento dell’ottetto esterno tipico dell’argon: tale completamento
e di conseguenza il raggiungimento di uno stato di particolare stabilità, si
può realizzare quando i due atomi, legandosi tra di loro, mettono in comune una
coppia di elettroni, provenienti uno da un atomo ed uno dall’altro.
Usando la simbologia di Lewis la formazione della
molecola Cl2 da due atomi di idrogeno può essere schematizzata così:
Gli esempi illustrati rappresentano casi in cui fra i
due atomi è condivisa una sola coppia elettronica di legame, il tipo di legame
è detto legame semplice; ma spesso accade che due atomi si leghino insieme
condividendo più di una coppia di elettroni. Da questa situazione deriva il
concetto di legami multipli, e precisamente di legame doppio, se fra due atomi
sono condivise due coppie di elettroni, e di legame triplo se le coppie di
elettroni sono tre. Non si conoscono legami con più di tre coppie di elettroni
condivisi. Anche in questi casi gli atomi che si legano condividendo più coppie
elettroniche di legame raggiungono in definitiva la configurazione stabile ad
ottetto tipica dei gas nobili.
Molecola
biatomica di ossigeno O2
Esaminiamo
la combinazione di due atomi di ossigeno che legandosi tra loro formano la
molecola biatomica O2. Poiché la configurazione degli atomi di
ossigeno è: 8O = 1s22s22p4 ; a ciascuno dei due atomi mancano due elettrone per
essere isoelettronici con l’atomo di neon la cui configurazione elettronica è 10Ne = 1s22s22p6. Quando i due atomi di ossigeno si avvicinano, può
essere realizzata per entrambi una struttura elettronica analoga a quella del
neon, condividendo ciascuno con l’altro i due elettroni spaiati del livello di
valenza: infatti i quattro elettroni messi in comune dai due atomi di ossigeno
appartengono ad entrambi, ruotando attorno all’uno e all’altro nucleo, e il
risultato è che ciascuno dei due atomi, col contributo dell’altro a cui si
lega, completa la propria struttura elettronica raggiungendo la configurazione
ad ottetto propria del neon.
I
quattro elettroni condivisi dai due
atomi costituisce due coppie elettroniche di legame covalente, il legame in
questo caso è detto: legame doppio. Usando la simbologia di Lewis la formazione
della molecola O2 da due atomi di ossigeno può essere schematizzata
così:
Nella
rappresentazione di un doppio legame covalente è più comodo e sbrigativo, usare
al posto delle due coppie di puntini che rappresentano i quattro elettroni
condivisi dai due atomi, due trattino sovrapposti: O = O
Molecola
biatomica di ossigeno N2
Consideriamo
la combinazione di due atomi di azoto che legandosi tra loro formano la
molecola biatomica N2. Poiché la configurazione degli atomi di
azoto: 7N = 1s22s22p3 ; a ciascuno dei due atomi mancano tre elettrone per
essere isoelettronico con l’atomo di neon la cui configurazione elettronica è 10Ne = 1s22s22p6. Quando i due atomi si avvicinano, può essere
realizzata per entrambi una struttura elettronica uguale a quella del neon,
condividendo con l’altro atomo i tre elettroni spaiati del livello di valenza:
infatti i sei elettroni messi in comune dai due atomi di azoto appartengono ad
entrambi, ruotando attorno all’uno e all’altro nucleo, e il risultato è che
ciascuno dei due atomi, col contributo dell’altro a cui si lega, completa la
propria struttura elettronica raggiungendo la configurazione ad ottetto propria
del neon.
I
sei elettroni condivisi dai due atomi di azoto costituiscono tre coppie
elettroniche di legame covalente, il legame in questo caso è detto: legame
triplo. Usando la simbologia di Lewis la formazione della molecola N2
da due atomi di azoto può essere schematizzata così:
Nella
rappresentazione di un triplo legame covalente è più comodo e sbrigativo, usare
al posto delle tre coppie di puntini che rappresentano i sei elettroni
condivisi dai due atomi, tre trattino sovrapposti:
Molecola
biatomica di acido cloridrico HCl
Con
lo stesso meccanismo di legame possono combinarsi anche atomi di elementi
diversi, per esempio l’acido cloridrico è formato da molecole biatomiche HCl,
nelle quali un atomo di cloro e uno di idrogeno sono legati insieme attraverso
un legame covalente semplice.
La
coppia di elettroni condivisi dai due atomi costituisce il legame covalente fra
di essi.
Usando
la simbologia di Lewis la formazione della molecola HCl da un atomo di idrogeno
ed uno di cloro può essere schematizzata così:
Molecola
dell’acqua H2O
La
molecola d’acqua è formato da molecole triatomiche H2O dove una
atomo di ossigeno si lega a ciascun atomo di idrogeno condividendo con ciascuno
dei due uno dei suoi due elettroni singoli di valenza realizzando con ciascuno
di essi un legame covalente semplice.
Usando
la simbologia di Lewis la formazione della molecola H2O da due atomi
di idrogeno ed uno di ossigeno può essere schematizzata così:
Molecola
dell’ammoniaca NH3
La
molecola di ammoniaca è formato da molecole NH3 dove una atomo di
azoto si lega con tre atomo di idrogeno condividendo con ciascuno di essi uno
dei suoi tre elettroni singoli di valenza realizzando con ciascuno di essi un
legame covalente semplice.
Usando
la simbologia di Lewis la formazione della molecola NH3 da tre atomi
di idrogeno ed uno di azoto può essere schematizzata così: